Recensioni


RECENSIONI
Bologna Violenta / Gunzard -killers contro killer 7" split
suoni grezzi 2011 vinyl serie 002
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Come tradizione vuole, l’anno nuovo porta con sé tanti bei dischetti in vinile. Iniziamo perciò questo nuovo percorso alla velocità che più ci aggrada, quella a 45 rpm.
Avete presente i King Crimson? Beh, fateli suonare alle velocità dei Napalm Death cresciuti col nintendo e circoscriveteli in un immaginario cinematico che non esca dal polizziottesco italiano d’epoca ed avrete Bologna Violenta. Il moniker dietro cui si cela Nicola Manzan ha appena rilasciato un 7” split-omaggio ai b-movie italiani con i Gunzard, gustoso anticipo dell’album per Wallace previsto a breve. Bologna Violenta piazza 3 schegge di noise-core tra sarcasmo e violenza, samples filmici e aggro-punk unico. Non da meno l’altro lato: i Gunzard – quintetto affine alla visione musical-cine-citazionista del trevigiano – ci offrono una Non Si Sevizia Un Paperino di Fulciana memoria, resa però con meno irruenza e più disturbo mentale, tra flauti, samples vocali, evanescenze e white noise.
www.distorsioni.net 
La violenza più esplicita e truculenta del suo progetto, Nicola Manzan ce l'aveva già  palesata nei ventitre raccapriccianti episodi de "Il nuovissimo mondo" (Bar La Muerte 2010). Nelle tre brevissime piécès di questo split invece, Bologna Violenta sfodera tutta la sua istrionicità di polistrumentista e grande appassionato dei B-movies polizziotteschi degli anni 70 per re-interpretare alcuni spezzoni di colonne sonore tra le più godibili e rappresentative del genere. Ecco allora riaffiorare l'ironia mordace del suo concept per adattarsi e rendere omaggio allo spirito tragicomico all'italiana raccontato da registi quali Umberto Lenzi e Bruno Corbucci,  da compositori geniali quali Franco Micalizzi e i fratelli DeAngelis, capaci di amalgamare in chiave scanzonata e irresistibilmente trash venature funk, prog e jazz in una poltiglia esplosiva quanto fantasiosa ed elettrizzante.
Un genere recentemente riesumato e posto alla ribalta con grande successo dai Calibro 35. Incursioni hardcore, cut up, ritmiche esplosive, intermezzi parlati e campionature, oltre al bizzarro dispiegamento di numerosi strumenti e sapienti tocchi di elettronica per tornare a raccontare la storia di cult movie epocali: “Il cinico, l'infame e il violento”, con il brano Running to the airport e sequel dagli omonimi “La banda del gobbo” e “Squadra anti scippo”. Nell'altro lato del disco invece il noise elettronico dei GunZard riprende il filo del discorso giocando con alcuni bizzarri rimescolamenti tratti dal film di Lucio Fulci che dà nome al pezzo: “Non si sevizia un paperino”. Una panoramica visionaria che ci restituisce l'abile gioco delle contrapposizioni rappresentato nello splatter thriller del 1972. L'ossessione per le ambivalenze e per il doppio, resa in modo emblematico dalle musiche di Riz Ortolani (ha fatto scuola la sua serie "Mondo Cane" del 1962) e dal pezzo melodico e romantico di Ornella Vanoni  Quei giorni insieme a te, si ritrovano tutte nel condensato gioco di tagli, riverberi e sintetizzatori. Materiale che riscritto sul vinile trova senz'altro il suo humus più ideale e la sua più autentica forma rappresentativa.


MA CHE MUSICA è QUESTA??? GUNZARD+PSYCHOFAGIST+BOLOGNA VIOLENTA @ LEONCAVALLO 16/02/212
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 Leoncavallo e TRoK! (persone che provano a far capire che qui c’è tanto di valido e non è solo la musica ma l’ottica l’atteggiamento che solo per come si è si è strutturalmente diversi e opposti alla logica del mercato musicale – cit) sono una coppia pericolosa. Lo ha dimostrato la serata del 16 febbraio, in cui sul palco della Foresta si sono alternate tre band di curiosa estrazione musicale. Definirle metal sarebbe improprio. Le influenze sono talmente varie che è difficile, soprattutto per una frequentatrice sporadica del genere, arrischiarsi in catalogazioni o cavillare sulle definizioni.
Probabilmente basta citare uno dei protagonisti “le altre due band fanno un noise cattivissimo”. Purtroppo dei Gunzard ho avuto l’occasione di ascoltare solo la parte finale del set. I due ragazzi erano intenti a manopolari i suoni da una grande console, cut-up sonori e distorsioni fino al lento scemare nel vuoto. Poi è il turno degli Psychofagist, trio di chitarra-basso-batteria che non ha nulla di classico. La musica ha una struttura impeccabile, guidata da una sezione ritmica densa. I tre si muovono sul palco inseguendo le note e il loro ritmo spezzato, fino a contorcersi al suolo abbracciati al proprio strumento. A completare la musica c’è il growl, poche ed efficaci urla d’impatto. Ultimo a salire sul palco del Leo è Bologna Violenta, aka Nicola Manzan. Armato di SG nera d’ordinanza il musicista propone live i brani del suo ultimo album Utopie e piccole soddisfazioni. Il set è serrato e alterna i “tormentoni” dei precedenti lavori alle chicche del nuovo materiale. I campionamenti di dialoghi, voci e altri strumenti, si scontrano con i tagli della chitarra elettrica. La  crudezza dei suoni si carica di ironia, gesti e sguardi divertiti, la gag sulla base “gay”, il sommo fallo “che non mi piace più”, piccole sfumature che fanno sorridere. A richiesta del pubblico Nicola estrae dalla custodia il violino e si esibisce in una versione di “Blue Song” da brivido. L’unica pecca è l’assenza di “Valium Tavor Serenase”, cover dei CCCP interpretata sul disco da Aimone dei FASK, una vera chicca.










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